G+ e la crisi del settimo anno.
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Sette anni è durata la vita e potremmo dire anche l’agonia, di uno dei peggiori fallimenti di Google, la piattaforma social Google Plus.
In queste ore, infatti la casa di Mountain View ha comunicato a tutti gli utenti customer di G+ che a partire da aprile 2019 gli account verranno chiusi definitivamente.
La spallata finale del Wall Street Journal a G+
Ad accelerare la chiusura per il social di Google ci ha pensato il Wall Street Journal che con un’inchiesta ha svelato che sin da ottobre scorso a Mountain View erano a conoscenza di gravi vulnerabilità di G+ rispetto alla protezione dei dati.
Il quartier generale di Google ha però deciso di non divulgare l’informazione per evitare di finire nel tritacarne della stampa in compagnia di Facebook, che all’epoca si trovava in piena tempesta per lo scandalo Cambridge Analytica.
Trovata la falla, i ragazzi di Big G hanno capito che qualsiasi rimedio sarebbe stato anti economico, vista l’inconsistenza e lo scarsissimo engagement degli utenti in G+
La decisine di chiudere il proprio social era già presa, ma è stata rimandata per una questione di opportunità. L’inchiesta del WSJ ha messo fine all’attesa e ha costretto Google a mettere fine all’esperienza di G+.
Storia di un amore mai nato.
In realtà Google Plus non ha mai fatto davvero breccia nel cuore degli utenti, tanto è vero che il 90% delle sessioni su questo social non superano i cinque secondi in media.
Ma l’errore di valutazione risale agli esordi, quando Lerry Page dichiarava nel 2011 che gli utenti di G+ erano già dieci milioni, non metteva a fuoco che la maggior parte di quegli utenti avevano aperto un profilo al solo scopo di utilizzare gli altri servizi di Google, come Gmail o Youtube.
La stragrande maggioranza degli utenti Google Plus, di fatto è inattiva sul social di Mountain View, un progetto nato male, su un’idea confusa e mai realmente migliorato con le versioni successive.
Le preferenze degli utenti social si sono sempre riversate su piattaforme più centrate come Instagram che si basa sui contenuti visuali o Linkedin e la sua vocazione per i contatti business o Facebook, la portinaia due punto zero.
Chi sentirà la mancanza di Google+?
Dubito che saranno in molti a sentire la mancanza di questo social media senza partecipazione sociale. Forse solo qualche tecnico legato al mondo del web marketing rimpiangerà l’aiuto che G+ poteva dare in ambito di SEO, sopratutto in termini di local search marketing.
Probabilmente anche per Mountain View sarà una liberazione defilarsi da un progetto mai decollato e in cui Big G stessa ha creduto sempre meno, evitando nel tempo di spingerlo ulteriormente.
Che fine faranno i dati e i contenuti degli account G+
Per tutti quelli che in questi sette anni hanno utilizzato attivamente la piattaforma G+ ora la preoccupazione è recuperare tutti i propri dati prima dell’oblio digitale imposto da Google.
Niente paura, con una mail il team di Google+ ha comunicato tempi e modalità per scaricare tutti i propri contenuti pubblicati sul social.
Potete trovare le informazioni alla pagina di supporto di Google+
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